Creato Lunedì, 22 Ottobre 2012 10:09 Ultima modifica il Venerdì, 16 Maggio 2014 13:22
Nel settecentesco Palazzo Lucerna di Rorà ha sede il Museo Archeologico, istituito agli inizi del Novecento per volontà di Giuseppe Assandria e Giovanni Vacchetta, i due studiosi benesi che individuarono il sito dell’antica Augusta Bagiennorum, nota nelle memorie degli storici ma di cui si era perduta ogni traccia. Al piano superiore la piccola sala Assandria costituisce il nucleo originario del percorso museale, in cui furono riuniti i materiali provenienti dagli scavi. Il criterio espositivo ottocentesco è stato parzialmente mantenuto anche nel recente riallestimento del Museo; sulle pareti sono murati gli stipiti in marmo che decoravano la scena del teatro e altri elementi di decorazione architettonica; sono inoltre esposti laterizi che recano il marchio del fabbricante ed epigrafi provenienti dalla città e dal territorio. Al centro si colloca una grande vetrina in legno, costruita all’inizio del Novecento sul modello di quelle dei Musei Egizi di Torino e del Cairo, su cui sono collocate le antefisse fittili che ornavano i tetti della basilica civile e del tempio principale della città, il cosiddetto Capitolium, mentre all’interno sono esposti oggetti di uso comune, vetri, una gemma in pasta vitrea decorata con testa dionisiaca, specchi e una lucerna in bronzo, che facevano parte dei corredi delle tombe della necropoli meridionale, databile al I secolo d.C. Oltre ai reperti funerari, sono visibili anche testimonianze della vita quotidiana, come vasellame fine da mensa e ceramica comune da cucina e da dispensa, anforacei, lucerne, pedine da gioco, utensili vari, oggetti di ornamento in metallo, nonché esemplari di piccola plastica in marmo e in bronzo, porzioni di pavimenti e condutture.
Al piano terra è visitabile un’ala recentemente inaugurata e corredata di pannelli espositivi con ricostruzioni dei principali monumenti della città romana. Particolarmente suggestiva è la sistemazione delle pietre con iscrizioni utilizzate come segnacoli funerari, databili ai primi decenni del I secolo d.C. rinvenute alla Piana della Roncaglia e nelle località vicine. Nella prima sala sono esposti reperti di varia epoca (I-VIII secolo d.C.) provenienti dagli scavi condotti dalla Soprintendenza per mettere in luce il complesso del teatro con la retrostante porticus post scaenam, il tempio forse dedicato a Bacco e la soprastante basilica cristiana. La seconda sala, invece, è dedicata all’area del Foro e del tempio maggiore, dove gli scavi condotti nell’area del porticato che lo circondava su tre lati, hanno restituito pregevoli ex-voto in bronzo dorato, mentre l’ultima sala alla vita quotidiana e alle tecniche edilizie anche con la ricostruzione di un piccolo settore della pavimentazione di un ambiente riscaldato (calidarium) delle terme urbane e con l’esposizione di un consistente nucleo di oggetti rinvenuti alla fine degli anni Cinquanta del Novecento nella necropoli settentrionale presso Cascina Carabini.
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